sabato 11 aprile 2015

L'INTERVISTA APPARSA SUL BLOG DI FLAVIO FIRMO PRESENTANDO "TOGLIETEMI TUTTO... "

Ringraziamo Flavio Firmo per l'intervista realizzata a Stefano Bolotta presentando "Toglietemi tutto ma non il subbuteo". La riportiamo integralmente dal suo BLOG.


Stefano, benvenuto nel magico mondo degli scrittori per il subbuteo. Parlaci prima di tutto delle tue esperienze con il sacro gioco.
«Grazie Flavio. La mia iniziazione al subbuteo è datata 2006. Cominciai grazie a un gruppo di amici, proprio ciò che descrivo in “Toglietemi tutto”. Da una cantina umida e infestata dai calabroni; cominciò tutto così e oggi è diventato un campionato annuale con tanto di sito internet, highlights di ogni singola partita, interviste, almanacchi… la classica febbre amatoriale. E non si offendano i puristi, misceliamo elementi di old subbuteo a calcio da tavolo moderno. Ci siamo costruiti una realtà su misura».
Da dove viene la passione per la scrittura?
«Beh, oserei dire dall’utero materno ma forse esagero. Scrivo poesie e racconti da quando ero bambino. Ho iniziato la professione di giornalista a 19 anni, al primo anno di università, e non ho più smesso. Pur fra mille difficoltà, ci campo anche ora che ne ho 36. Scrivere è parte preponderante della mia vita e forse una delle poche cose che faccio con sufficiente autostima (nel senso che non ho mai provato a fare altro… )».
Di cosa parla il tuo libro?
«”Toglietemi tutto ma non il subbuteo” non ha la forma del romanzo, è più simile a un saggio ironico. Una storia vera e soprattutto verosimile, perché racconta le nostre vicende rendendole plausibili anche per altri appassionati di subbuteo e non solo. Una sorta di autobiografia semiseria, sospesa tra atmosfere comiche e malinconiche».
Vedo che hai puntato direttamente al POD, da dove viene questa scelta?
«La ricerca di un editore è diventata troppo difficoltosa. Dopo anni di tentativi, ho deciso di scegliere il self publishing (con la piattaforma Youcanprint) poiché lo ritengo un ottimo modo per farsi notare. Piuttosto che mettersi in concorrenza con decine di migliaia di autori che aspirano a pubblicare, credo sia meglio farlo con migliaia di autori che si autopubblicano. Ovviamente facendo tutto in maniera seria, scrupolosa e professionale».
Come ti promuovi?
«Sul mio blog, sui blog di altri autori con lo strumento della “reciprocità”; e ancora su Goodreads, dove il mio ebook è stato regalato come premio a una gara di lettura e inserito nella newsletter di aprile; sui social network e spero a breve sui siti specializzati. Ho avuto anche qualche articolo su testate giornalistiche. Ho provato anche un volantinaggio mirato ma lo reputo solo un qualcosa in più».
Ho visto che non esiste ancora la versione cartacea, come mai?
«Al momento non l’ho messa nei miei piani editoriali. Vorrei diffondere soltanto l’ebook, mentre è certo che lo farò con il mio primo romanzo. Penso piuttosto a una versione in inglese in occasione dei Mondiali di San Benedetto del Tronto di settembre; chissà, potrebbe essere opportuna».
Hai in programma di scrivere altro? Qualcosa già in lavorazione?
«Come scritto sopra, entro l’estate uscirà il romanzo “Deathpoint”, genere fantastico/sociopolitico con protagonista un tennista dell’anno 2050. Steso dal 2008 al 2009 e rivisto negli anni, attualmente è in mano a una editor professionista. Tengo molto a questo testo perché fu la mia palestra sulla struttura del romanzo. Ho già cominciato due progetti in contemporanea ed è la prima volta che lo faccio. Due romanzi, uno di fantascienza pura e l’altro molto surreale. Ho anche un giallo sui generis che necessita solo dell’editing, ma per ora non lo pubblicherò».
Quali sono i tuoi autori preferiti?
«Non ne ho uno in particolare, ma se devo fare un nome direi Alessandro Baricco. Poi Ernest Hemingway, Tiziano Sclavi, Stefano Benni».
Segui qualche sito di scrittura creativa?
«Non proprio. Negli anni passati ero molto attivo sui forum di scrittura, poi ho scelto di abbandonarli perché li ritenevo troppo “chiassosi”».

Nessun commento: